Domande frequenti, risposte possibili.

Qualcuno continua a chiedere a cosa servirà presentare un modulo di Consenso informato quando ormai la riforma in qualche modo ha introdotto l’apertura al gender nell’educazione alla parità dei sessi?

Sostanzialmente potrebbe non avere alcun valore, di fatto è sempre un documento che esprime la volontà e l’intenzione dei genitori a palesare ufficialmente il proprio orientamento educativo su determinate tematiche.
E’ un mini POF della famiglia che affida il proprio figlio all’istituzione scolastica che ha scelto.

Ora è abbastanza chiaro che se avete iscritto vostro figlio in una scuola che già ha introdotto progetti curati da associazioni lgbt, dove il dirigente è dichiaratamente a favore di queste linee educative, su tutto ciò che riguarda la proposta extracurriculare, certamente accoglierà le vostre istanze, ma se ha già programmato di inserire nel curricolo annuale l’educazione alla parità dei sessi non potrà esonerare i vostri figli.
Non è ancora previsto un esonero sull’impianto degli alunni che non sia avvalgono della Religione Cattolica, ma anche questo sarà un passo su cui dovremo misurarci.
Quindi lo scenario più probabile in una condizione simile sarà quello di capire, prima dell’inizio delle lezioni a Settembre se quella scuola può continuare ad essere la scuola per vostro figlio e decidere se cambiare subito per evitare di doverlo fare dopo ad anno scolastico già avviato.
Prima di operare tale scelta sarebbe opportuno comunque aprire un dialogo di verifica prendendo un appuntamento con il dirigente scolastico, spiegando in modo sereno quali sono i vostri dubbi, le perplessità che vi inducono ad optare per scelte forzate sulle quali vorreste soprassedere e pertanto chiedete un consiglio.
Solo allora e dopo aver letto il POF prenderete una decisione.
Il POF potrebbe essere quello dello scorso anno perché molto spesso accade che la definizione del Piano Dell’Offerta Formativa si completi ad ottobre/ Novembre, pertanto l’appuntamento è anche la sede e l’occasione per avere chiarimenti in merito.

Tutto questo vale per chi è in una scuola strutturata con queste caratteristiche.
Per coloro che hanno già fatto l’iscrizione in una nuova scuola, è necessario prendere visione del POF se ancora non è stato fatto ed accertarsi anche qui della validità del documento che sul sito quasi sicuramente è relativo all’anno appena trascorso, subito dopo incontrino il dirigente ed espongano con serenità quanto detto sopra.

A questo punto è abbastanza probabile ma non certo, che se dal dirigente si recheranno diverse famiglie esponendo tante perplessità, tali da indurre, forse il cambiamento dell’ istituzione scolastica, il dirigente in virtù della premura a mantenere i propri iscritti, potrebbe tenere conto delle nuove preoccupazioni ed agire di conseguenza.

Il 20 Giugno per chi ha seguito il caso Gender, ha sollevato comunque un problema, e se lo scorso anno ha camminato indisturbato con progetti dubbi e subdoli, oggi non potrà più continuare ad agire nel buio, quantomeno l’argomento sarà oggetto di dibattito.
Questa è la grande vittoria del 20 Giugno, oltre lo slittamento in autunno del ddl Cirinna’.

Molte scuole potrebbero non adeguarsi alla ” Buona Scuola ” in tutto, decidendo di valutare in itinere le diverse linee progettuali da adottare per contrastare la violenza e la discriminazione di genere, presentando percorsi alternativi dove privilegiare altre vie sempre volte al rispetto delle tematiche sul contrasto al bullismo, alla violenza sulle donne etc.

Qui entrano seriamente in gioco le figure genitoriali che si proporranno come rappresentanze vigli, attenete e propositive, nei consigli di classe, di Istituto e che si faranno portavoce di buone prassi educative in alternativa all’educazione di genere portatrice malata dell’ideologia Gender.

Nondimeno e con valore aggiunto avrà rilevante importanza il ruolo dei docenti impegnati a veicolare buone proposte di educazione affettiva e sessuale, scoraggiando quelle portatrici di contenuti dubbi, ponendosi come attenti informatori per gli altri colleghi rispetto ai pericoli che a livello antropologico porta con sé l’educazione alla parità dei sessi.

E’ fondamentale per famiglie , docenti e dirigenti sensibili al problema, continuare a formarsi ed informarsi sull’argomento perché il dibattito essendo di matrice culturale, ha punti di riferimento in continua evoluzione, tuttavia poichè la discussione tocca punti sensibili del buon senso comune, anche le persone semplici se date le corrette e sintetiche informazioni possono comprendere il perché di tanta nostra sollecitudine e preoccupazione educativa.

Roma, 5 agosto 2015

Giusy D’Amico

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