Quando l’attacco a Cristo e la Chiesa è qualcosa su cui non si può tacere.
 
Praticamente sapete dove e’ andato a finire il linciaggio mediatico operato ai danni di Radio Maria e del malcapitato domenicano di 76 anni che da ieri, suo malgrado, e’ il teologo più famoso d’Italia? E’ finito sulle Iene…..

I conduttori addobbati con abiti medioevali, pronti e strapagati dalle lobby massoniche hanno pronunciato la frase piu’ pagata del secolo: stop omofobia.
Ma come mai non si alza ogni giorno una protesta nazionale accompagnata dall’ urlo : stop cristiano fobia, stop immigrato fobia ?
Ma come mai su questi temi che l’OSCE quest’anno ha individuato come le maggiori cause di discriminazione nel nostro paese, non si elaborano programmi a tema ?
Perche’ non si producono film in quantità, non si organizzano programmi televisivi che ci mettano nel dovuto allarme su quanta violenza generi l’odio religioso e razziale?
Perche’ non vengono invitati esperti di religione e studiosi di fenomeni razziali per educare e indurre riflessioni di senso su argomenti davvero urgenti?
In questo paese ormai si parla del nulla..e di tutto…e si costringono persone come P.Livio a tagliare corto di fronte ad una polemica che ha risolto con una sospensione, ben sapendo che quando si entra nel tunnel di un processo già organizzato, ci sarebbe ben poco da dire per rispondere alle accuse.
C’e’ in atto un’aggressione violenta e tagliente a Cristo e alla Chiesa, subdola, strisciante, rivestita di buonismo e di timore.
Nessuno può indagare le intenzioni di Dio.
La Scrittura recita : ….quando sono scosse le fondamenta il giusto che cosa può fare…?
Può solo interrogarsi e ascoltare, indagare sulla propria condotta e chiedersi cosa può significare quel fatto per lui o per coloro che lo hanno vissuto.
Il passaggio di Dio nella vita degli uomini e’ sempre una Parola di Dio per tutti, sulla storia.
Il terremoto ha interrogato il mondo intero, sul fine ultimo della vita, sul senso delle nostre azioni, questa e’ la pedagogia di Dio dalla notte dei tempi.
Incontrare l’uomo nella storia concreta del suo esistere. Ma quando sono scosse le fondamenta il giusto che cosa puo fare?
Egli si serve di fatti concreti nella vita degli uomini perché Egli e’ il Dio della storia, tanto che tutta la bibbia parla concretamente di storie di uomini che concretamente vivono alle prese con i propri errori, con le proprie debolezze, con le correzioni di Dio che talvolta rimangono per noi incomprensibili, ma per le quali Dio si mostra come un Padre che ha a cuore suo figlio e se davvero lo ama lo corregge. Il domenicano colto e studioso delle Sacre Scritture e’ stato messo alla gogna per aver messo in rilievo quanto qualunque teologo conosce, che i fatti straordinari, dove si rintraccia la mano potente di Dio, mettono in luce la fragilità dell’uomo, lo ammoniscono, lo interrogano, lo inducono spesso a rivedere la sua condotta.Se non vogliamo chiamarli castighi, perché questo mondo non castiga più nessuno, chiamiamoli pure ammonimenti, fatti che aiutano a riflettere.Ma quanti di noi hanno fatto esperienza di come un fatto che inizialmente ci ha messo a dura prova si sia rivelato nel tempo come provvidenziale per la nostra vita ?  Alcuni fatti non li abbiamo capiti ma certamente con gli occhi della fede abbiamo imparato a “leggerli ” con la sapienza che e’ data a chi sa aspettare, li abbiamo custoditi e a tempo opportuno ci sono stati svelati. Il padre domenicano che merita la nostra solidarietà, visto che molti, molti, molti altri prelati meriterebbero la scomunica immediata per cose ben più gravi, NON ha detto che specificatamente le unioni civili hanno indotto il terremoto, ma ha voluto solo aprire la riflessione su comportamenti che relativi a moltissime condizioni di fragilità dell’uomo inducono Dio a tuonare nella storia, perche si interroghi sul senso della sua vita, sul destino ultimo a cui e’ chiamato ogni essere umano. Oggi chi può negare che siamo entrati in un tempo terribile, di violenza disumana, di aggressione alla vita degli innocenti e al mondo creato che abbiamo ricevuto?  Le atrocità cui assistiamo in questa terza guerra mondiale spezzettata, le orrende mercificazioni operate sugli esseri umani a danno in particolare di donne e bambini, la grande indifferenza che ci fa vivere su questo mondo come estranei e conniventi delle azioni più indegne contro regole comuni di vita e di rispetto del mondo in cui abitiamo, non sono forse catastrofi umane davanti le quali occorrerebbe un grido universale che dica : basta!
Spesso rimanere indifferenti o peggio, abituarci alle indegne crudeltà cui siamo spettatori ogni giorno può anestetizzare il nostro senso critico, le grandi
catastrofi se da una parte ci distruggono nel profondo ci ricreano nella solidarietà che fa scatenare cordoni umanitari e di aiuto che talvolta ci commuovono le viscere, risvegliano in noi il senso dell’umano, dell’amore che nasce non solo dalla gioia ma anche dal dolore .
Quando sono scosse le fondamenta il giusto che cosa può fare?
 
Roma, 9 novembre 2016
                                                                                                                                                               Il Presidente
                                                                                                                                                            Giusy D’Amico
 

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