Riflessioni e impegni per il nuovo anno scolastico.

Siamo alle porte del nuovo anno scolastico, tra poco il nuovo e sempre antico, vociare di bambini allo squillo della campanella, si unirà al passo meno chiassoso dei ragazzi più grandi, non meno curioso e allegro, sapendo di ritrovare amici, compagni e docenti nella possibilità di imbattersi in nuovi volti simboli di  esperienze  nuove da vivere.

Come ogni anno i loro e i nostri sguardi, di discenti e docenti, avranno la luce che gli occhi attenti regalano dinanzi la nuova strada da percorrere insieme, avranno dentro le sane le paure che aiutano a crescere, a misurarsi, a decidere chi sarò da grande, cosa ne sarà del mio futuro, delle mie relazioni, la grande forza la attingeranno da coloro che sceglieranno come punti di riferimento, come guide per quella strada che spesso si farà buia e in cui talvolta né docenti ne genitori, sembreranno accorgersi delle difficoltà di quel percorso che spesso nasconde tranelli, ma fortunatamente anche tante sorprese che saranno svelate solo a chi e’ disposto ancora a stupirsi, a rimettersi in gioco, a credere oltre il limite.
Questa dunque la grande sfida umana e professionale degli uni e degli altri.
Saper vigilare su bambini e ragazzi, valorizzando i desideri per trasformarli in progetti di senso, alimentare speranze, usare linguaggi nuovi, sentire sempre viva quell’ansia educativa che non sopisce gli animi ma li tiene desti perché non ci sfugga quel sorriso da incoraggiare, quel disagio che merita  il nostro rispetto, quella dedica scritta su un foglio lasciato cadere per caso, quel dolore sordo che abbiamo trascurato dicendo…tanto crescerà…, a volte si decide di non crescere, allora dovremo essere pronti a creare quel ponte per farli passare, tendendo la mano, donando un sorriso, avendo cura che ogni azione sia compiuta desiderando il bene più alto, che non e’ il risultato del voto in pagella e portato a casa, ma la fiducia con cui avro’ misurato il mio dare come genitore e docente, la stima che avrò posto anche nel piu’ piccolo passo compiuto, il clima al quale avrò saputo dar vita certo che l’opera più ardita non è riempire vasi ma accendere fuochi.
Ecco se avro’ saputo compiere questo come docente e come genitore, avrò realizzato un pezzo di cielo sulla terra e saprò di essere stato utile non solo per aver operato saggiamente ma perché la misura del mio dare la leggero’ ogni giorno nei loro occhi, nel loro desiderio di rimettersi in gioco, nel loro continuo desiderio di relazione, di affetto, di curiosa scoperta, che nutre, alimenta quel fuoco al quale non dovrò mai abituarmi, perché rischierò che si spenga senza che io abbia fatto nulla per contribuire a tenerlo sempre acceso.
Questo augurio e’ per tutti coloro che in questi giorni stanno muovendo i primi passi un po’ sgranchiti verso il mondo della scuola dove i banchi diventano le lavagne dell’anima  per disegnare cuori, per attaccare gomme masticate di nascosto, per nascondere mani sudate di tensione ma sono anche i banchi nei quali e’ bene confondersi, lasciando la cattedra lontana, perche’ come docenti questo stare con e in mezzo a loro, diventi contagioso del desiderio di crescere insieme.
Quest’anno non siamo chiamati come troppo spesso e’ accaduto, a lasciare che la scuola ci comunichi cio’ che ha deciso, ma questo e’ l’anno delle decisioni condivise con famiglie e docenti, della presa di coscienza che se desidero saperne di più su quello che la scuola offre ai miei figli ed esprimere come genitore il mio punto di vista, non posso delegare altri, non posso pensare che non avrò tempo per fare il rappresentante di classe, che se ho timore che qualcosa vada storto presenterò un Consenso informato oppure una presunta diffida andata molto di moda in rete, come possibile aggressione preventiva alla scuola e tutto si aggiusterà come per magia.
Non crediamo funzioni così, non almeno come promotori della grande manifestazione di san Giovanni, lo   pensiamo insieme alla grande maggioranza di coloro che si interroga, condivide la fatica della ricerca e della critica e pensa che l’attacco frontale non sia la strategia più adeguata per una assunzione di responsabilità sul ruolo di partecipazione attiva nella scuola.
Il popolo del 20 Giugno ha dato la grande possibilità al nostro paese che vi fosse una seria presa di coscienza rispetto alle derive antropologiche approdate nel silenzio dentro le nostre scuole, ha permesso che venisse nominato l’innominabile : gender, anche se si nega la sua esistenza per negare che c’e’ stato davvero e per nasconderlo meglio ora che se ne è parlato, ora che lo hanno capito tutti dopo che per un anno e mezzo, abbiamo  spiegato  cosa fosse questa corrente di pensiero che non e’ nulla più che una corrente, una delle tante filosofie che di scientifico non ha alcun fondamento, quella piazza ha dato l’allarme a coloro che dormivano sonni tranquilli perche’ inconsapevoli del pericolo in atto, ma ora bisogna saper gestire l’emergenza in modo sapiente e misurato perche’ tutto questo si volga a vantaggio della causa che stiamo portando avanti tutti insieme.
Come?
Non credo vi siano ricette assolute e garantite, anzi la darei come premessa onesta, ma trovo efficace valutare insieme i passaggi possibili e che risulteranno vincenti solo in relazione a moltissime varianti contingenti, per portare avanti un’ azione educativa che da ambo le parti contempli  diritti e doveri, di cui dopo tanti anni,  nella scuola se ne riparla solo adesso.
I grandi ritmi frenetici di mamme al lavoro spesso full time, di padri maggiordomi per tecnici motivi di organizzazione e di nonni non sempre coscienti della vera funzione della scuola, ha talvolta ridotto  la scuola  ad un baby parking, dove queste diverse modalità e angolazioni di vedute hanno lasciato il grande spazio all’autonomia scolastica non solo in senso tecnico che le è proprio di questi ultimi anni, ma anche dal punto di vista delle iniziative sfuggite al controllo dei più, proprio perche’ lontane dal vaglio di genitori e famiglie. Premesso che sulle possibili dinamiche di relazione con Dirigenti scolastici ed uso di utili strumenti nell’imminente approccio con l’istituzione scolastica si e’ espresso il Comitato Difendiamo I Nostri Figli, con alcuni documenti visionabili sul sito www.difendiamoinostrifigli.it alla voce Scuola,

– ci tengo a sottolineare che il nodo cruciale della questione non e’ come attaccare la scuola prima, per intimare azioni che potrebbero bloccare dopo ogni tentativo di percorso educativo  non condiviso, ma entrare nel sistema per governare le proposte nel modo più partecipato possibile e segnalare il verificarsi di probabili  abusi didattico educativi.

– Questa modalità di ingresso nella scuola, probabilmente non sarà possibile a tutti e per questo esistono i rappresentanti dei genitori nei consigli di classe (che al momento sono uscenti in vista delle nuove elezioni di Ottobre) e quelli in seno ai Consigli di Istituto, che sono incaricati di vigilare, comunicare, approvare,  proporre o argomentare a nome dei genitori e docenti tutti, su iniziative che la scuola propone nel piano dell’offerta formativa e che possono essere non condivise e quindi non accolte dalle famiglie o da altri soggetti della comunità scolastica.
Quindi e’ importantissimo fare rete tra genitori conoscendo in modo approfondito il Piano dell’Offert Formativa chiamato POF.( La riforma prevede che prossimamente ma difficilmente quest’anno… esso abbia durata  triennale. PTOF)

– Questo ci invita a pensare ad una nostra possibile ed utilissima candidatura, oppure ad individuare nuovi rappresentanti da eleggere perché conosciuti e si affidi loro il compito di partecipare attivamente a nome di tutti i genitori nell’azione di selezione, verifica, sostegno sulle linee educative proposte e valutare se condividerle come “cibo buono” per i propri figli.
Essere informati su possibili buone prassi di educazione affettiva da presentare in alternativa a quelle proposte dalla scuola, per collaborare con i docenti di riferimento, alla costruzione di percorsi condivisi e scelti insieme.

-Come docenti  nei collegi che già sono in fase di svolgimento siamo chiamati  a far presente che su qualunque proposta ritenuta dubbia, e’ necessario tener conto dell’importanza fondamentale che riveste il pieno coinvolgimento dei genitori in ogni decisione che oltrepassi le linee curriculari proposte dalle normative vigenti.
Questo per evitare di contribuire alla stesura di un POF non rispettoso dell’introduzione di possibili punti sui quali non si abbia certezza di piena approvazione da parte di famiglie e  genitori.

– E’ la scuola che deve richiedere il Consenso Informato Preventivo alle famiglie, per mettere al corrente l’utenza di tutte le novità che intende introdurre e sulle quali richiede un Consenso  Informato Preventivo, ( di cui si è sottolineata l’importanza nella C.M. n. 4321 del 6/7/2015 ) per essere certa che potrà attuarle. Purtroppo si agisce in modo contrario, la scuola  e’ abituata a decidere e poi comunica.

– Come genitori e docenti dobbiamo riappropriarci di un ruolo che abbiamo consegnato nelle mani dell’istituzione e che nel vuoto delle relazioni, la scuola ha finito per gestirlo in modo referenziale e non di rado dannoso.

– Pertanto il primo passo da compiere, se la scuola e’ nuova per i vostri figli oppure in passato si e’ dimostrata a favore di politiche educative non condivise, aprire un dialogo sereno con il dirigente scolastico, magari in un incontro dove fare una semplice chiacchierata, meglio se affidata al rappresentante di classe o di istituto uscente, perche’ possa rivelarsi utile esporre in modo disteso dubbi e perplessità rispetto all’introduzione di progetti o linee educative extracurriculari, che non rispondono ai vostri valori, filosofici, religiosi, etici.
Lo scopo oltre che finalizzato alla costruzione di  rapporti sereni, che torneranno a vantaggio anche dei vostri figli,  e’ orientato alla richiesta di esonerarli  da attività non condivise   perche’ non strettamente pertinenti con l’insegnamento curriculare previsto per la lingua italiana, inglese, studio delle scienze, storia, arte, etc, quindi extra curriculari e facoltative.
Congiuntamente si può depositare il Consenso Informato Preventivo firmato dalle parti, nell’ufficio protocollo.(Si può usare anche il servizio postale ordinario o  quello elettronico certificato)
Se nella scuola già frequentata dai vostri figli, non vi sono i presupposti di possibili infiltrazioni ideologiche, per una serie di motivi legati ad esperienze pregresse e unite alla lettura attenta del POF che non risulta presentare motivi di preoccupazione, si può evitare tale atto.

– Nelle scuole medie e superiori tutto questo e’ meglio organizzato nel dettaglio, con il Patto Di Corresponsabilità Educativa, PEC, strumento che il Comitato Difendiamo I Nostri Figli ha messo a disposizione nel sito e che consente se si e’ già a conoscenza e in possesso di un testo base e già  utilizzato nel corso degli anni,  di aggiungere alcuni punti chiave a tutela di una liberta’ di educazione rispettosa delle richieste di genitori e famiglie.
Se lo si utilizza per la prima volta si può scaricare per intero dal sito e presentarlo al dirigente in sede di incontro,  avendo cura di firmarlo sia il genitore/rappresentante che  il dirigente,  dopo aver argomentato in merito alle  possibili  messe a punto  dello stesso.
Nell’incontro  sia privilegiato  il contesto educativo familiare sul quale non è consentito operare violazioni,  la scuola non può imporre visioni antropologiche su cui non si e’ dato pieno assenso.

– A questo punto e solo dopo aver avviato tale  percorso di mutua collaborazione, se vedrete disattese le istanze presentate, allora potrete decidere se ritirare i vostri figli da quella scuola oppure rivolgervi alle associazioni di genitori, sia quelle aderenti il vademecum del Comitato Difendiamo I nostri Figli,  ma ve ne sono moltissime altre ben preparate e attente, con cui decidere quali strategie adottare  a vantaggio dei vostri diritti, soprattutto per quanto attiene alla delicata sfera dell’educazione affettiva di bambini e ragazzi minorenni.
Vogliamo credere che il popolo del 20 Giugno, ha seriamente svegliato le coscienze, ha messo in luce quanto non era lecito fare e che invece e’ stato fatto in moltissime scuole di Italia, ha preso corpo in una sostanza numericamente imponente da ritenersi una fetta di famiglie composte da mamma e papa’, che ha rappresentato l’Italia, benché i numeri siano stati simbolici perche’ non dimentichiamo che la manifestazione e’ stata messa in piedi in soli 18 giorni…
Ha reso possibile la sete di famiglia, il desiderio di fare famiglia dove i figli nati dall’unione di un uomo e di una donna vogliamo continuino a sentirsi protetti da mamma e papa’ e tutelati nel diritto di sapere da chi sono stati generati e che come maschi e femmine sono stati dati alla luce, per maturare serenamente come uomini e come donne di domani.
La scuola ha il dovere di accogliere tutti, di educare alla diversità, ma il divieto di imporre visioni distorte e dannose per il delicato processo di costruzione dell’identità dei bambini.

Buon anno scolastico a tutti.

Roma, 7 settembre 2015

Giusy D’Amico

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