Inviate anche voi personalmente la lettera sottostante al Ministro della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli
 
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inondiamo la sua posta istituzionale con le uniche richieste che avanziamo come popolo che ha riempito le due piazze del Family Day…………………
 
 
 

L’Associazione Non Si Tocca La Famiglia ti invita a scrivere al Ministro Valeria Fedeli .

FAI ORA LA TUA PARTE.

SE NON L’HAI ANCORA FATTO INVIA ORA!

 Questo il testo della mail da inoltrare:

  COPIA INCOLLA PERSONALIZZA E SPEDISCI

 

 

Gent.mo Ministro Valeria Fedeli,

siamo famiglie, genitori e docenti che dopo aver gridato STOP GENDER NELLE SCUOLE il 25 giugno del 2015 e il 30 gennaio del 2016 nei due oceanici Family Day di Piazza San Giovanni e del Circo Massimo, abbiamo dovuto subire l’invadente  insinuarsi e imporsi dell’educazione di genere/gender nelle scuole di ogni ordine e grado senza  consenso informato preventivo, da parte nostra e facendo esperienza di come la grande ambiguità che accompagna il concetto di genere e le innumerevoli proposte formative messe in atto nelle scuole a questo riguardo, ci inducono a riaffermare con fermezza  la nostra decisa  opposizione.

L’Educazione di genere/gender in inglese, e’  stata presentata  recentemente  anche alle educatrici di nido e infanzia del Comune di Roma  come la  nuova formazione per “un nuovo umanesimo”.  (quindi il gender esiste eccome e su questo l’ ex Ministro Giannini farebbe bene a chiedere scusa per aver detto che era una truffa culturale) .

Si sta già educando a qualcosa su cui  non vi sono ancora indicazioni chiare e al cui riguardo moltissimi esperti dell’educazione hanno avanzato opportunamente, serie critiche, dubbi pedagogicamente fondati, forti contrarietà sul piano scientifico.

Abbiamo consegnato più volte e in diversi siti istituzionali, un Dossier dove e’ certificata l’infiltrazione  di teorie di genere e pratiche educative nelle scuole italiane di ogni ordine e grado,  che dietro la condivisa lotta alle discriminazioni, propongono linguaggi “di genere ” che non condividiamo e trattazioni di tematiche troppo delicate e intime che devono essere sempre sottoposte al vaglio dei genitori e che invece purtroppo continuano a sfuggire al nostro controllo.

Ricorre troppo spesso  il concetto di genere e identità come legato alla percezione del proprio essere, scisso dalla propria identità sessuata.

Questo approccio  unito ad un linguaggio criptato che segue al concetto di decostruzione degli stereotipi  e parla di sessualità e di orientamento sessuale in modo ambiguo e in forma precoce soprattutto in bambini di nido e infanzia, rimane il punto centrale del dibattito.

Non sono state ancora pubblicate le tanto attese Linee Guida a questo tipo di educazione,  che ad oggi risultano  chiuse in un cassetto di una commissione fantasma,  che da indiscrezioni di stampa,  le vedevano intrise di gender già diversi mesi or sono..

Quanto inserito nella Buona Scuola al comma 16, dietro le spinte della Convenzione di Istanbul deve rimanere nel nostro paese oggetto di discussione.

Le rammentiamo che la  centralità di tale Convenzione citata nei  disegni di legge ad essa collegati (art. 5, comma 2 del decreto legge 14 Agosto  2013, n.93, convertito con modificazioni , dalla legge 15 Ottobre 2013 n.119  ( Convenzione di Istanbul ) sia stata recepita  dal nostro paese in sede di firma,  come  intrinsecamente problematica perché  troppo ampia e incerta  l’ interpretazione proprio del termine genere.

In una nota verbale addirittura veniva riservato il diritto  di applicare tale Convenzione nel rispetto dell’impianto Costituzionale Italiano.

Quindi su questo punto chiediamo il blocco di una legge che in Commissione Cultura alla Camera ha già prodotto un pessimo Testo Unificato e si pone in netta difficoltà di interpretazione  e di attuazione secondo i principi della nostra Costituzione.

L’esperienza fallimentare dei paesi del Nord, pionieri di queste teorie di genere, indica come sia stata inutile  la strada intrapresa per combattere la violenza sulle donne attraverso percorsi educativi come questi,  i dati emersi dalle statistiche,  visibili da chiunque in rete,  registrano in quei paesi ancora altissimi tassi di violenza di genere e vedono il nostro paese decisamente avanti rispetto questi dati.

Siamo pronti a manifestare dinanzi alle sedi Istituzionali per bloccare un disegno di legge inutile e non condiviso da famiglie, genitori e docenti,  che consentirà ingerenze inaccettabili da parte dello Stato sull’educazione alla vita intima e affettiva dei nostri figli e alunni.

Nelle scuole italiane, progetti ispirati a queste linee educative ancora non chiare e condivise, sono state ampiamente sostenute  dall’Unar (ufficio antidiscriminazioni razziali) che ha lasciato terreno aperto ad associazioni dette  “culturali” che come bene illustrato dal programma Le Iene si occupavano di percorsi  di “accoglienza” dietro un traffico di orge, droga e prostituzione, finanziato pure dal denaro dei cittadini.

Dietro la facciata di presunte azioni contro le violenze e le discriminazioni,  da tutti condivisibili se fossero state tali, è stata messa  in luce l’ unica vera discriminazione operata stavolta verso quel milione di persone che non voleva la presenza di quelle associazioni nelle scuole, per parlare  di affettività e sessualità ai loro  figli, e che hanno pure pagato di tasca propria, per consentire loro di farlo e di coprire traffici illeciti.

Stiamo parlando di abuso didattico e di abuso di fondi pubblici .

Questo scandalo che oggi grida la chiusura di questo ufficio truffa  ricostituendo le sue originarie finalità in un nuovo ente che 

preveda  l’entrata immediata delle Associazioni di genitori e docenti,

oggi  impone anche al Governo,  che lei rappresenta in veste di Ministro della Pubblica Istruzione :

–  di incaricarsi urgentemente di dare risposta a tutti coloro che in varie forme e a vario  titolo hanno partecipato al Family-Day, bloccando subito la discussione in atto sul Disegno di Legge relativo all’obbligo dell’educazione di genere /gender  a scuola, pronto alla Camera per arrivare in aula all’insaputa di tutti i cittadini Italiani.

– di ufficializzare subito l’uso del Consenso Informato Preventivo con il quale i genitori dopo essere stati informati dettagliatamente sulle proposte scolastiche del PTOF, possano esprimere libero e motivato dissenso su tutti i temi sensibili e controversi per le famiglie, contenuti nel comma 16 della L.107 La Buona Scuola.

Sia dato esonero e attività alternativa a quegli alunni i cui genitori avranno espresso democratico e motivato dissenso da percorsi educativi non condivisi.

E’ la nostra Costituzione che detta i diritti e i doveri dei genitori, al cap.  30 infatti si legge :

“E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”

Tale diritto è stato confermato anche nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, firmata  a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri.

Nel c. 26 .3 si legge infatti :

“I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli.”

Riteniamo siano maturi i tempi perché tale riconoscimento venga pubblicamente  riaffermato e rispettato senza l’intervento di  ulteriori proteste da parte delle famiglie italiane e del corpo docente.

Le festività Pasquali saranno l’occasione giusta per ricevere una risposta pubblica e ufficiale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione su queste  uniche due richieste che avanziamo in nome della Libertà di Educazione della Famiglia e della Libertà di insegnamento dei docenti che oggi vuole coincida con quella dei genitori.

Distinti saluti.            

                                               

Data                                                                                                                                                                                                                                firma

 

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