ARTICOLO - Festival di “Sanremo”. Un'occasione persa per educare alla bellezza. Scrive un'insegnante

I giovani ci guardano, osservano il mondo degli adulti, poi seguono i modelli che proponiamo loro perché educhiamo in tutto quello che facciamo.

"delusione che un’insegnante ha ringraziato Rosa Chemical per aver fatto ritornare più felice a scuola un suo studente"......

Festival di “Sanremo”. Un’occasione persa per educare alla bellezza. Scrive un’insegnante. 

I giovani ci guardano, osservano il mondo degli adulti, poi seguono i modelli che proponiamo loro perché educhiamo in tutto quello che facciamo. 

Sono una docente di scuola primaria, e dopo aver letto che un’insegnante ha ringraziato  Rosa Chemical per aver fatto ritornare più felice a scuola un suo studente, ho pensato che era importante anche per me  esprimere qualche riflessione sugli effetti non pervenuti invece, nella vita di alcuni miei alunni.

Due di loro ormai grandicelli, con disabilità  non hanno  avuto nessuno su quel palco, che li rappresentasse, magari con qualche gesto eclatante come “l’eccesso” di alcuni noti influencer, istruiti per recitare  il copione assegnato ad ognuno. 

Per loro invece nessun influencer. 

Le mirabili citazioni sulla  Costituzione Italiana, in apertura evento, facevano ben pensare che ci si sarebbe occupati di approfondire temi per educare al vero, al bello, al giusto, al rispetto. 

E invece hainoi … si è sprecata un’occasione perché in tanti a scuola hanno ricevuto solo un messaggio fuorviante, dal calcio ingiustificabile ai fiori sul palco di Blanco, alle nudità gratuite su abiti improbabili e per niente comunicativi, alla violenza con cui si è inscenata la simulazione di un atto sessuale tra due uomini di cui  evidentemente uno dei due ha scelto e l’altro ha subito.

Se questa è libertà… Se questo è includere… 

Di fatto sono mancate lettere lette dal palco sul tema della disabilità, della anoressia, della obesità. Discriminazioni  per cittadini non di serie B, ma realtà sofferte, che interessano poco nel mondo del politicamente corretto dove fruttano solo alcuni trash. 

Eppure quei bambini e quei ragazzi quelle bambine e quelle ragazze non sono figli di un Dio minore. 

Tanti giovani rimasti dunque praticamente invisibili. 

Per loro nessun influencer

Se lo scopo di nudi, collane a forma di utero e tube, era dare un bel messaggio per la dignità delle donne,  di fatto ha sorpreso rilevare che proprio le donne al netto di tutto, sono rimaste nel solito ruolo di semplici vallette accanto ad uomini condottieri, proprio nel più gretto star sistem, dei ruoli di genere

Nell’ossessione per gli stereotipi, è interessante notare che qualcosa continua a sfuggire. 

Da un  bilancio veloce come  educatore, le più belle canzoni le  hanno portate sul palco quelli con il coraggio della normalità. 

Sembra paradossale nel relativismo imperante in cui ci muoviamo, quel che continua ad attrarre di più è proprio il profumo della normalità. 

Torniamo a cantare di supereroi che ce la fanno perché pure con un’ala soltanto volano in alto sapendo che uniti si vince. 

E non è una banalità. 

Si vince perché si è meno soli. 

E questo è il messaggio che raggiunge tutti. 

Il relativismo ci vuole soli, senza identità e disorientati. 

Taluni messaggi fruttano miliardi, tra la gente comune frutta invece l’essenziale perché va dritto al cuore. 

I like volano in rete ma non toccano il cielo, e i nostri giovani hanno sete di cuore, di verità talmente alte, che talvolta fuggono con sdegno tutto ciò che si consuma nel non senso di quaggiù. 

Intercettiamoli tutti i nostri giovani e non solo quelli che contribuiscono a far propaganda, avremo una società meno serva dell’apparenza e più disposta ad avvicinarsi senza paura alla realtà.

Roma, 14 febbraio 2023

                                                        Il Presidente

                                                       Giusy D’Amico