ARTICOLO
L’Associazione Non si Tocca la Famiglia auspica che il governo faccia rispettare la legge sul consenso informato in Toscana, dove la Giunta finanzia lautamente corsi scolastici gender a partire dalla scuola materna!
a cura di Lucia COMELLI
L’AssociazioneNon si Tocca la Famiglia auspica che il governo faccia rispettare la legge sul consenso informato in Toscana, dove la Giunta finanzia lautamente corsi scolastici gender a partire dalla scuola materna!
In ambito scientifico ‘l’approccio affermativo’ alle problematiche legate all’identità sessuale, promosso dagli attivisti arcobaleno, viene messo sempre più ampiamente in discussione: i metodi e i risultati alquanto controversi delle terapie ormonali e chirurgiche sperimentate sui minori hanno causato una serie di scandali e rilevanti passi indietro nei Paesi pionieri del Nord Europa, come l’Inghilterra[1], in cui la Corte suprema ha sentenziato, nello scorso luglio, la liceità del divieto governativo – dopo la pubblicazione del poderoso Rapporto Cass (aprile 2024) – di utilizzare farmaci bloccanti nei minori, nonché il 15 aprile dell’anno in corso, che è il sesso biologico a definire come tale una donna[2]. Negli Stati Uniti – dove l’ideologia gender è nata – il Presidente Trump, ribadita in gennaio una verità ovvia in tutti i tempi e in tutte le società e culture (tranne che in Occidente): cioè, che ‘i sessi sono due’, ha emanato a febbraio un ordine esecutivo per difendere le donne – costrette a misurarsi negli sport con atleti transgender biologicamente maschi – “dall’estremismo dell’ideologia di genere”[3]. Malgrado si moltiplichino anche in Italia i segnali di un ritorno alla realtà[4], l’ossessione dei politici di sinistra per quanto rientra nel ‘politicamente corretto’ rimane inalterata e, quel che è peggio, queste persone utilizzano la scuola pubblica per indottrinare gli allievi fin dalla più tenera età.
Circola in questi giorni sulla stampa la notizia che la Regione Toscana guidata da Eugenio Giani (Pd) finanzia – con circa 590.000 euro di soldi pubblici – corsi gender nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia di Lucca, a partire quindi dalle scuole dell’infanzia: 600 minori si troveranno così coinvolti nel programma triennale “Alla Pari – Comunità insieme verso il gender mainstreaming”, come aveva preannunciato alla fine di febbraio, nella presentazione del progetto, l’assessora regionale all’Istruzione e alle Pari Opportunità, Alessandra Nardini [5].
Finanziato attraverso le risorse del Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021–2027, sulla base di quanto prevede la legge regionale 2 aprile 2009 n. 16 sulla Cittadinanza di genere, il progetto si avvale del supporto di associazioni del territorio[6] in collaborazione con il mondo della scuola.
Al fine di “combattere e prevenire discriminazioni e disuguaglianze di genere, fino al drammatico fenomeno della violenza contro le donne” – aveva ancora dichiarato Alessandra Nardini – il progetto si prefigge di: “destrutturare stereotipi”, “decostruire ruoli tradizionali” e “promuovere la parità attraverso il gender mainstreaming” … per sconfiggere “il patriarcato”[7].
Queste espressioni – come ha affermato Marco Stella, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana – rivelano un intento ideologico: quello di rieducare con il pretesto della parità di genere le giovani generazioni secondo una visione della persona e dell’identità sessuale fluida, dove ogni riferimento biologico e naturale viene relativizzato:
«Purtroppo, la Toscana governata dal Pd e da Italia Viva si profila sempre di più come la terra delle ideologie e dei disvalori, oltretutto finanziati con denaro pubblico. Abbiamo ospedali in cui si fanno pratiche per la transizione di genere a bambini di 11-12 anni[8], è stata approvata una legge che prevede il suicidio assistito (per fortuna impugnata alcuni giorni fa dal Governo nazionale), e adesso abbiamo anche questo progetto: Alla pari che con quasi 600.000 euro porta sui banchi scolastici le teorie gender, con il pretesto della parità di genere. Noi siamo contro le discriminazioni, ma questi progetti sono fatti per indottrinare gli studenti in maniera ideologica e unilaterale»[9].
Percorsi siffatti – come sperimentato negli ultimi anni, in cui l’ideologia gender è stata ampiamente veicolata anche in Italia dai programmi scolastici, oltre che dai social – confondono i più giovani, la cui personalità è ancora in formazione, tanto che le incertezze sulla propria identità sessuale, estremamente dolorose anche per le famiglie coinvolte, sono aumentate in modo esponenziale nel nostro Paese, come nel resto del mondo occidentale.
Anche la continua insistenza sul patriarcato, che nel nostro Paese non esiste più da decenni, e sulla realtà conflittuale del rapporto tra i sessi, non fa altro che distruggere ogni aspirazione/ tentativo di ricostituire l’alleanza tra uomini e donne, alleanza di cui questa generazione avrebbe estremo bisogno, per demonizzare invece la figura maschile, considerata violenta e sopraffattrice per natura. Se la figura del ‘padre padrone’, in linea di massima, non esiste più in Italia, quella che si fa sentire in modo drammatico – come ha sottolineato, tra gli altri, il sociologo Luca Ricolfi – è invece l’assenza del padre[10]:
«Siamo diventati una società senza padri né maestri, nella quale tutte le figure che incarnavano l’autorità e il comando, dal padre all’insegnante, dal poliziotto al giudice, dal prete al ministro, hanno perso ogni prestigio e autorevolezza. Che senso ha, allora, parlare di patriarcato? […] «Se non ci fossero di mezzo la politica e l’ideologia, nessuno studioso serio si azzarderebbe mai a usare una categoria interpretativa così inappropriata e inattuale».
L’educazione affettiva dovrebbe incoraggiare fiducia e stima tra uomo e donna, facendo perno su esempi positivi, che mostrino la possibilità di relazioni improntate al rispetto, alla trasparenza e alla reciprocità, cioè, parlare di tutto quello che si può costruire e non di quello che va demolito. Le istituzioni dovrebbero valorizzare questo genere di percorsi educativi, che pure esistono, invece dei progetti, come il suddetto, che svalorizzano l’identità maschile e creano fratture nel vissuto dei più giovani (sarebbe interessante sapere cosa significa, ad esempio che: “le alunne e gli alunni delle scuole dell’infanzia […] andranno a caccia di mostruosi stereotipi e pregiudizi”[11]? Quali opinioni ascolteranno questi bimbetti sulle donne che rimangono a casa ad accudire i figli, come accade magari alle loro mamme, o sul loro abbigliamento e le loro preferenze nel gioco, o sul fatto che si distinguono tra maschi e femmine e non altro?).
Dopo il clamore suscitato dal caso dell’ospedale Careggi di Firenze, che aveva fatto proprio nel trattamento delle disforie di genere nei minori l’approccio affermativo, quello cioè basato fondamentalmente sull’autopercezione dei pazienti (in questo caso bambini), trascurando la necessità di una diagnosi differenziale ad opera di un’équipe di specialisti e di un adeguato servizio di psicoterapia, come previsto dall’Aifa[12], la Regione Toscana si segnala ancora per la scelta di portare teorie divisive e controverse sui banchi di scuola, nel cuore del percorso formativo dei più giovani. Un altro progetto finanziato con il denaro pubblico e senza il coinvolgimento reale dei genitori, che troppo spesso scoprono a posteriori ciò che viene insegnato ai loro figli.
Il 30 aprile, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge per cui gli istituti per autorizzare progetti scolastici sui temi della sessualità devono richiedere il consenso informato, per iscritto e preventivo, dei genitori degli allievi. Mentre, nella scuola dell’infanzia e primaria, sui temi della sessualità dovranno seguire quanto previsto dalle Indicazioni nazionali, quindi i programmi di biologia. L’Associazione Non si tocca la famiglia ha diffuso in proposito un comunicato di plauso: [13]
«Finalmente è obbligatorio il consenso informato dei genitori per le attività scolastiche su sessualità e affettività, soprattutto ispirate all’ideologia gender. Sarà previsto il controllo da parte delle famiglie rispetto ad ogni aspetto delle proposte progettuali previste dai piani triennali dell’offerta formativa, con quali esperti saranno portate avanti le linee educative, in quali orari del piano curricolare si svolgeranno i progetti, con quali strumenti didattici. I genitori potranno chiedere l’astensione dei propri figli da tali progetti se non conformi al proprio bagaglio valoriale, richiedendo un’attività alternativa».
Evidentemente, il progetto Alla Pari contrasta totalmente con il provvedimento suddetto: per questo, l’Associazione Non si Tocca la Famiglia, impegnata da oltre dieci anni a combattere contro l’indottrinamento dei bambini e a sostenere il primato educativo dei genitori, sancito dalla Costituzione (art. 30), nonché la libertà di insegnamento dei docenti (messa in discussione da progetti ideologici come la Carriera Alias), mentre approva con grande soddisfazione l’impegno del governo, chiede con forza che la legge venga pienamente attuata anche in Toscana.
Lucia Comelli
Tra le scuole coinvolte ci sono gli Istituti Comprensivi “Lucca Quinto” e “Ungaretti” per quanto riguarda il capoluogo e quello di Montecarlo sempre rimanendo nella Piana. Poi il “Camaiore 1” in Versilia e quelli di Borgo a Mozzano e Gallicano per la Valle del Serchio. Per le secondarie di 2° grado, invece, a Lucca hanno aderito classi del Liceo di scienze umane “Paladini” e del professionale “Civitali” (entrambi parte dell’Isi “Machiavelli”), lo scientifico “Vallisneri” e l’Isi “Pertini”. In Versilia l’Isi “Marconi” di Viareggio e in Garfagnana l’Isi di Barga e Castelnuovo Garfagnana.
[1] Si pensi soltanto alla chiusura, dopo un’ispezione governativa, nella clinica londinese Tavistock del reparto specializzato nella transizione dei minori, fino al divieto governativo – di fronte alle prove scientifiche emerse dal Class Review Final Report – di utilizzare nei minori i farmaci bloccanti la pubertà, al fine di tutelarne la salute. La legittimità del provvedimento, impugnato da un gruppo di attivisti transessuali, è stata confermata nello scorso luglio dall’Alta Corte di Londra. https://www.avvenire.it/vita/pagine/londra-l-alta-corte-conferma-il-bando-dei-farmaci-bloccanti-della-puberta . In Italia, il Comitato nazionale per la bioetica, interrogato in merito all’eticità dei bloccanti la pubertà, ha diffuso il 16 dicembre un parere che restringe notevolmente l’uso di tali farmaci nei minori: «Considerata l’incertezza sul rapporto rischi/benefici del blocco della pubertà con triptorelina – aggiunge la nota riassuntiva del parere – il Cnb auspica che le prescrizioni avvengano solo nell’ambito delle sperimentazioni promosse dal Ministero della Salute». Cfr. https://www.insalutenews.it/in-salute/disforia-di-genere-nei-minori-il-cnb-si-pronuncia-sulluso-etico-della-triptorelina/
[2] La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito il 15 aprile che ai fini della legge britannica sulle pari opportunità la definizione di ‘donna’ riguarderà solamente le persone nate biologicamente femmine. Cfr. https://it.euronews.com/2025/04/16/regno-unito-corte-suprema-la-definizione-donna-si-basa-su-sesso-biologico
[3]Cfr.www.repubblica.it/esteri/2025/01/20/video/usa_trump_ci_saranno_solo_due_generi_maschile_e_femminile-423951022/
[4] Cfr. nota 1
[5] “Alla Pari, in provincia di Lucca un’alleanza per promuovere la parità di genere, Toscana Notizie-agenzia di informazione della Giunta Regionale Toscana, 24.02.2025. https://www.toscana-notizie.it/-/-alla-pari-in-provincia-di-lucca-un-alleanza-per-promuovere-la-parità-di-genere
[6] Le associazioni del territorio coinvolte sono: “Woman to be”, “La città delle donne”, Aedo, “Casa delle Donne” di Viareggio e i centri antiviolenza “Luna” e “Non ti scordar di te”. Cfr. Alla Pari, in provincia di Lucca, op.cit. Andando sui rispettivi siti, non è difficile scoprire l’adesione di tali associazioni all’ideologia gender. Tra le scuole che partecipano ci sono: “gli Istituti Comprensivi “Lucca Quinto” e “Ungaretti” per quanto riguarda il capoluogo e quello di Montecarlo sempre rimanendo nella Piana. Poi il “Camaiore 1” in Versilia e quelli di Borgo a Mozzano e Gallicano per la Valle del Serchio. Per le secondarie di secondo grado, invece, a Lucca hanno aderito classi del Liceo di scienze umane “Paladini” e del professionale “Civitali” (entrambi parte dell’Isi “Machiavelli”), lo scientifico “Vallisneri” e l’Isi “Pertini”. In Versilia l’Isi “Marconi” di Viareggio e in Garfagnana l’Isi di Barga e Castelnuovo Garfagnana”. Ivi.
[7] Ivi.
[8] Come il Careggi di Firenze, in cui un’ispezione governativa ha certificato nell’aprile dello scorso anno diverse criticità nel trattamento dei minori affetti da disforia di genere e nell’uso di farmaci bloccanti la pubertà. Cfr. nota
[9]Giuliano Guzzo, La Toscana finanzia con 600.000 euro i corsi gender per bimbi di 6 anni, LaVerità, 14 maggio 2025,
https://www.laverita.info/toscana-finanzia-corsi-gender-bimbi-2672014552.html
[10] Cfr. Paola Belletti, Valditara, il patriarcato e la verità dei fatti, Iltimone.org, 21.05.2025 (https://www.iltimone.org/news-timone/valditara-il-patriarcato-e-la-verita-dei-fatti) Come ha affermato il Ministro dell’Istruzione, on. Valditara: «Quanto al patriarcato, cioè ad una società fondata sul potere giuridicamente e gerarchicamente sovraordinato del padre, ribadisco che dalla riforma del 1975 non esiste più. Esiste il maschilismo contro cui si deve lottare mettendo al centro il valore di ogni persona. Quanto alla violenza sessuale, si combatte anche riducendo i fenomeni di marginalità e di devianza legati alla immigrazione clandestina… Questa è realtà, il resto sono strumentalizzazioni di chi non conosce il dialogo democratico». Se prima, quando davvero il termine patriarcato poteva descrivere un sistema attivo nella nostra società, la violenza contro la donna nasceva da «una concezione proprietaria della moglie, oggi sembra più il frutto di una grave immaturità narcisista del maschio che non sa sopportare i no». Ivi.
[11] Cfr. Alla Pari, in provincia di Lucca, op.cit.
[12] Nel gennaio del 2024 l’invio, da parte del Ministero della Salute, di un’ispezione all’ospedale Careggi di Firenze ha rilevato il mancato rispetto di alcune regole stabilite dalla determina AIFA n. 21756/2019: «con particolare riguardo all’obbligo di esigere necessariamente il supporto psichiatrico per l’avviamento al trattamento con triptorelina», la mancata trasmissione dei dati all’Agenzia, e «ulteriori criticità, anche di carattere organizzativo» sul «ruolo del neuropsichiatra infantile nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione del paziente». Cfr. https://www.ilpost.it/2024/04/08/ispezione-ospedale-careggi-firenze-disforia-di-genere/
[13] Il Ministro dell’Istruzione ha finalmente accolto le richieste delle associazioni dei genitori che, come Non Si Tocca la Famiglia, dal 2014 hanno portato avanti ininterrottamente azioni di sensibilizzazione presso gli uffici competenti, incontrando ogni Ministro dell’Istruzione al cambio dei governi che si sono succeduti …”. Cfr. Giusy D’Amico, Vittoria dei genitori! Il consenso informato diventa legge: tutela per le famiglie e trasparenza a scuola, 03.05. 2025 (https://www.nonsitoccalafamiglia.org/vittoria-dei-genitori/)
Roma 23 maggio 2025
Lucia Comelli