Firma per il Consenso Informato Preventivo dei genitori a scuola
Il ministro Valditara ufficializzi subito il Consenso Informato Preventivo
Non Si Tocca la Famiglia
Chiediamo al Ministro Valditara di ufficializzare subito il CONSENSO INFORMATO PREVENTIVO .
Cos’è questo Consenso Informato Preventivo, in cosa consiste e perché una raccolta firme per ufficializzarlo?
Nel novembre del 2018 dopo lunghe e pressanti interlocuzioni con il Ministero della Pubblica Istruzione, segnalando sistematicamente i progetti gender che ci denunciavano i genitori, si giunse ad una importantissima dichiarazione di intenti con l’emanazione della Nota Ministeriale n° 19534 del 20.11.2018 sul CONSENSO INFORMATO PREVENTIVO.
Fummo immersi per diversi anni in un lavoro di dialogo e confronto continuo con il Ministero, partecipando a tavoli tecnici, coinvolgendo le famiglie a partecipare a sit in organizzati davanti al palazzo, scrivendo sui giornali e raccogliendo firme per dire basta alle invasioni nelle scuole di propaganda transgender con cui si tentava di colonizzare e rieducare i bambini alle tematiche lgbtq.
Quando arrivò la pubblicazione di questo prezioso documento, che oggi ci invidia tutta l’Europa, iniziammo a diffonderlo in ogni dove , formando i genitori e i docenti perché fossero finalmente protagonisti nella tutela al loro primato educativo, dentro un processo che li aveva visti vittime di un’operazione di abusi didattico educativi reiterati, da cui potevano finalmente riscattarsi.
In moltissime scuole d’Italia è stato possibile porre finalmente un freno a tutto questo, ma non proprio in tutte le scuole, poiché in
molti istituti invece, o risultava sconosciuto questo documento o addirittura rifiutato dai dirigenti scolastici come non valido per astenere gli alunni, da progetti non concondivisi dalle famiglie, in particolare quelli che trattavano temi eticamente sensibili come il gender, che entrava dentro cavalli di troia dietro la nobile lotta alle discriminazioni.
Adesso dopo i fatti di Pavia, e dopo aver sostenuto convintamente la risoluzione dell’onorevole Sasso sul contrasto al gender a scuola discutendo sul tema anche in commissione cultura alla Camera, chiediamo che ufficializzando questo documento su tutto il territorio nazionale, sia accolto dalle istituzioni scolastiche in qualunque momento dell’anno, anche dopo la firma dei genitori sul Patto di Corresponsabilità (PEC).
Molte segnalazioni di genitori attenti lamentano come la scuola non rispetti il loro diritto a ricevere un’informazione puntuale e dettagliata sulle attività educative contenute nel PTOF (Piano triennale dell’offerta formativa).
I temi trattati in questi progetti, le schede tecniche allegate spesso non sono
sufficientemente esaustive, sul chi, come, in quali orari con quali competenze, contenuti e strumenti didattici, porterà
avanti il percorso educativo.
In particolare per temi eticamente sensibili e divisivi, legati all’educazione affettiva, sessuale, di genere, e per i quali le scuole spesso non accolgono la richiesta di esonero degli alunni da parte delle famiglie, si registra che la solita risposta data dalle scuole, sia la seguente : – il PTOF approvato in ottobre (e magari siamo a Dicembre) insieme alla firma apposta sul PEC è considerata una implicita presa visione e accettazione dell’intero pacchetto educativo.
È inaccettabile ritenere che la firma dei genitori al Patto di Corresponsabilità, costituisca una sorta di firma su un assegno in bianco, con cui la scuola è autorizzata ad imporre il tal progetto, e rifiutare le richieste di esonero da parte dei genitori.
Molti progetti, pur inseriti nell’ambito dell’educazione civica e dell’agenda 2030, trattano aspetti come il gender, la Carriera Alias, che non appartengono al bagaglio dei valori con i quali la famiglia desidera crescere i propri figli, allora per essere attuati devono essere soggetti al parere dei genitori e quindi non possono risultare obbligatori.
Anche la risposta di alcune scuole nel dire ai genitori di non mandare il figlio a lezione nel tale giorno del progetto, è stata spesso scorretta, e da noi contestata presso gli uffici scolastici, perché lesiva comunque del diritto allo studio, semmai la scuola deve provvedere ad una attività alternativa, per il principio di non discriminazione oltre che di inclusione verso tutti.
Si è visto anche che il Piano Triennale dell’offerta formativa è diventato ormai uno spazio estremamente complesso nel quale sono talmente tante proposte indicate, che risultano spesso incomprensibili, e molti genitori fanno fatica a muoversi nei siti didattici per raccogliere le informazioni richieste.
Chiediamo dunque che sia inserito nel patto di corresponsabilità e all’atto dell’iscrizione il CONSENSO INFORMATO PREVENTIVO e che non vi sia alcuna opposizione da parte delle scuole ad esonerare gli alunni su richiesta dei genitori, e ad informarli tempestivamente su proposte progettuali giunte in corso d’anno, da cui vorranno prendere le distanze, se ritenute estranee o in contrasto con il bagaglio educativo da offrire ai propri figli.
La scuola rispetti l’Art.30 della Costituzione: “I genitori hanno il diritto e il dovere di educare e istruire i propri figli”,
perché sono i loro primi educatori e in piena alleanza con la scuola e devono essere messi in grado di esercitare liberamente il proprio primato educativo.
Roma 17 febbraio 2025
Segreteria Non Si Tocca la Famiglia