ARTICOLO
spingere noi giovani a prendere coscienza della dignità che ci è stata data e che siamo chiamati a difendere e preservare per non cadere nell’inganno del relativismo e della banalità che dilagano nella nostra generazione e in cui si rischia di finirne prigionieri
Se vuoi andare veloce, cammina da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina con gli altri
Terminato il Congresso Nazionale dell’associazione Non si tocca la famiglia, tenutosi nelle giornate del 18 e 19 gennaio a Pomezia (Roma), che ha visto al centro del dibattito anche l’urgenza di porre l’attenzione su tematiche riguardanti i giovani, si è ritenuto opportuno dare loro una spinta di incoraggiamento, facendo leva sulle grandi risorse di cui essi sono portatori e sottolineando l’importanza di coinvolgerli nel progetto che l’associazione ha a cuore nel proteggerli dalle tante insidie del nostro tempo, creando per loro un’opportunità di riconoscersi come un bacino inesauribile di ispirazioni e di speranza per il futuro.
Per questo motivo, avendo ricevuto da poco l’incarico di Coordinatore Nazionale dei Giovani dell’associazione, ho sentito il bisogno di scrivere parole di esortazione che possano spingere ciascuno di noi giovani a prendere coscienza della dignità che ci è stata data e che siamo chiamati a difendere e preservare per non cadere nell’inganno del relativismo e della banalità che dilagano nella nostra generazione e in cui si rischia di finirne prigionieri.
Al contrario, siamo chiamati ad essere rivestiti di coraggio per essere diversi, per essere una voce fuori dal coro, per testimoniare la meraviglia della generosità, dello spirito di servizio, dell’affermazione della giustizia e del bene comune, guardando al futuro non solo con uno sguardo speranzoso, che sicuramente è un ottimo avvio, ma anche avendo la consapevolezza che possiamo essere protagonisti per costruire un domani migliore, che metta in risalto i valori più alti che appartengono all’uomo. Il rischio è quello di sopirci, di cadere nell’indifferenza, nell’incapacità di discernere ciò che è bene da ciò che non lo è, sprofondando in una insensibilità sterile, che ci rende vecchi ben prima del tempo. Ogni giorno, specialmente noi giovani, siamo sottoposti a stimoli che nascono dalla nostra quotidianità ormai digitalizzata: se da un lato internet è un bacino pieno di risorse per potersi informare, stare in contatto sfidando la distanza, apprendere e creare anche uno spazio di dibattito, dall’altro porta con sé lati che nascondono dei pericoli di cui spesso siamo allo scuro.
L’ambiente virtuale apre le porte a una realtà in cui la percezione del tempo e dello spazio sono relative, in cui tutto sembra reale ma dove in verità si corre il rischio di cadere nell’isolamento, nella solitudine e, nei casi più gravi, anche nella dipendenza, alterando la percezione della realtà e dei contesti che viviamo ogni giorno, che invece ci offrono l’occasione di instaurare sane relazioni interpersonali, nelle quali il confronto con l’altro ci dà una grande opportunità di arricchimento. Per questo, il progresso, oltre ad essere sinonimo di rinnovamento e di espressioni geniali, è per noi giovani anche un rischio di esposizione e causa di sofferenza e manipolazioni, che prendono forma in piaghe e drammi sociali come il gioco d’azzardo, l’uso di pornografia, che distorce il valore della sessualità come donazione, e la dipendenza da internet e dai sociali media, che creano una realtà parallela che non si incontra quasi mai con quella concreta in cui siamo chiamati ad esistere. A tal proposito è bene ricordare che non abbiamo bisogno di apparire o di ricercare emozioni forti in pratiche fine a se stesse ma siamo chiamati a mettere a frutto le nostre attitudini innate per cantare la bellezza della nostra gioventù. Questo è quello che è accaduto sabato 18 gennaio quando, in occasione del Dinner Party organizzato come momento conclusivo della prima giornata di Congresso Nazionale, un gruppo di giovani ha intrattenuto i commensali con la sua musica dal vivo e le sue voci, mettendo in risalto il loro talento e la loro spontaneità nel celebrare la bellezza della vita e soprattutto della loro giovane età. Sarebbe infatti banale considerare la gioventù solamente come una fase di passaggio dall’età infantile a quella adulta quando invece siamo chiamati a viverla nella sua pienezza (anche nelle sue contraddizioni) e renderla feconda sapendo che possiamo gettare le basi per il nostro futuro sociale, lavorativo, emotivo, relazionale.
È proprio grazie alla fiducia che l’associazione Non si tocca la famiglia ripone nei giovani che ha deciso, tra le altre iniziative, di proporre un progetto cineforum nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, collaborando con il regista Pupi Avati che ha messo in scena il suo romanzo L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante., che offre ai giovani la possibilità di creare un dibattito costruttivo sui temi della libertà, dell’amore e dell’amicizia.
Ed è questo il messaggio che intendo rivolgere ai giovani: la nostra presenza e il nostro impegno sono fondamentali per poter evidenziare le piaghe sociali del nostro tempo ma allo stesso tempo portiamo con noi un entusiasmo che ci rende unici, capace di fare di noi dei visionari, essendo consapevoli che il futuro è nelle nostre mani.
Un proverbio africano dice: «Se vuoi andare veloce, cammina da solo. Se vuoi arrivare lontano, cammina con gli altri». Non siamo soli e insieme possiamo gridare che noi crediamo nel potenziale che i giovani portano per poter essere un terreno fertile come risposta allo scetticismo e al relativismo che affliggono il periodo storico in cui siamo immersi.
Roma, 27 gennaio 2025
Il Coordinatore Nazionale Giovani N.S.T.L.F.
Daniele Leggieri